Descrizione
Perciasacchi o Farro Lungo (Triticum durum var. melanopus)
È un grano molto antico, appartiene alla sottospecie dei grani turanici, coltivati nella regione Khorasan nel nord est dell’Iran da millenni. Nel tempo si diffonde in tutto il bacino del Mediterraneo, trovando condizioni particolarmente favorevoli nel sud Italia.
In Sicilia si hanno notizie storiche fin dal 1809, quando l’abate Paolo Balsamo scrive il suo “Giornale di viaggio fatto in Sicilia e particolarmente nella regione di Modica dall’Ab. Paolo Balsamo” (Palermo, Real Stamperia 1809, p. 50).
Viene chiamato con diversi nomi, ma nel nostro territorio lo si riconosce soprattutto con il nome di Perciasacchi, dal verbo dialettale perciare, bucare (con le varianti di Strazzavisazzi, Perciabisazzi) per la forma allungata e appuntita del suo chicco che bucava i sacchi di juta con cui veniva trasportato.
Ha proprietà nutritive importanti e variegate: un alto valore proteico e un basso indice glicemico, sali minerali, vitamine E e B3, e anche una significativa presenza di selenio, elemento che apporta un effetto antiossidante al nostro organismo.
Un patrimonio siciliano
Il grano Perciasacchi, autoctono siciliano, è spesso erroneamente confuso con la qualità Kamut proveniente dall’America. Non è raro sentir parlare di “kamut siciliano”.
Il Kamut, pur essendo considerato d’oltreoceano, ha origine da semi recuperati in Europa dalla famiglia Quinn del Montana intorno al 1949, seppure informazioni precise al riguardo non siano reperibili. (fonte La Provincia di Cremona)
Tuttavia tale versione attesterebbe la maggiore età della varietà Perciasacchi rispetto al Kamut, il cui marchio registrato risale soltanto al 1990.
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